Verso celle solari flessibili su abiti e ombrelloni
Più efficienti con la ‘ricetta’ di Politecnico Milano e Cnr
Potrebbero finire sui vestiti, sugli ombrelloni in spiaggia o sulle automobili, le nuove celle solari flessibili realizzate grazie a una ‘ricetta’ innovativa che le rende più efficienti: le loro proprietà sono descritte in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications dai ricercatori del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFN-CNR), l’Università di Erlangen-Norimberga e l’Imperial College di Londra.
Laser a impulsi ultrabrevi usati per studiare le nuove celle solari (fonte: Politecnico di Milano)
A differenza delle più comuni celle fotovoltaiche al silicio, che sono rigide e costose (sia per la fabbricazione che per lo smaltimento), le celle flessibili ‘di plastica’ potrebbero rappresentare un’alternativa più versatile, economica e con un minore impatto ambientale. I materiali organici con cui vengono realizzate, però, hanno una fisica molto più complessa rispetto a quella dei materiali inorganici cristallini come il silicio, e questo può causare maggiori perdite di efficienza.
Laser a impulsi ultrabrevi usati per studiare le nuove celle solari (fonte: Politecnico di Milano)
Dopo quattro anni di lavoro, i ricercatori sono riusciti a realizzare celle solari con nuovi materiali in cui le perdite sono minimizzate. Studiando questi materiali con impulsi laser ultrabrevi, sono riusciti a identificare le ragioni fisiche alla base di questa eccezionale prestazione, presentando un modello generale di ottimizzazione valido anche per altre combinazioni di materiali.