Perché il Pnrr è un’opportunità e come accedere ai fondi
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza convoglia decine di miliardi verso le imprese. Ma orientarsi può non essere semplice. Ecco come non perdere bussola e risorse
Nei prossimi cinque anni l’Italia sarà protagonista di una vera e propria rivoluzione anche grazie alla fondamentale spinta dell’innovazione tecnologica che arriverà dal finanziamento del Next Generation Eu. Il rilancio dell’Italia delineato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. La digitalizzazione rappresenta quindi un fattore determinante della trasformazione del Paese. Le imprese e i loro partner dovranno essere pronte a cogliere quest’occasione.
Il fatto: cosa sta succedendo
Nei settori economici più colpiti dall’impatto della pandemia ci sono proprio le Pmi, la spina dorsale dell’economia italiana, fatta di «imprese che hanno comunque resistito e cercato di essere resilienti», si legge nel Rapporto Regionale Pmi 2021 realizzato da Confindustria e Cerved. Nella Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono convogliati circa 50 miliardi di euro, finanziati anche con il Fondo Complementare, creato per sostenere tutti quei progetti che per la loro natura non potevano rientrare nel Next Generation Eu. Serviranno per accelerare la rivoluzione digitale nelle Pubbliche Amministrazioni e nel sistema produttivo, valorizzando anche cultura e turismo.
In parole semplici: cosa vuol dire
Il Piano si pone l’obiettivo di mitigare in modo significativo gli impatti del Covid sull’economia reale e di rilanciare in modo strutturale produttività e potenziale di crescita. Cosa significa questo per le aziende italiane? Un’enorme opportunità da non mancare, anche perché nella digitalizzazione delle imprese l’Italia è quart’ultima tra i 27 Paesi Ue, meglio solo di Romania, Grecia e Bulgaria.
Scopriamo allora i numeri delle risorse messe in campo per favorire la digitalizzazione e la competitività delle imprese: sono circa 30 miliardi, che combinano i finanziamenti del Pnrr con quelli del Fondo Complementare. Di questi, quasi 18 miliardi sono previsti per realizzare il programma Transizione 4.0, che sostituisce i precedenti Impresa 4.0 e Industry 4.0 e rappresenta l’indirizzo di politica industriale dell’Italia. Oltre 2 miliardi riguardano gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e le politiche industriali di filiera.
Gli effetti: perché ti riguarda
I fondi del Pnrr sono in buona parte destinate alle imprese. Possono confluire nelle casse delle Pmi, che numericamente rappresentano la quota più ampia del sistema produttivo italiano. Bisogna quindi farsi trovare pronti.
La pandemia ha già impresso un’accelerazione al processo di trasformazione digitale, con il ricorso al lavoro agile e l’impiego di nuove tecnologie che saranno anche in prospettiva un punto chiave dello sviluppo dell’economia. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è quindi un’opportunità enorme. Ma orientarsi tra bandi, dettagli tecnici e nuovi scenari potrebbe non essere semplice: molte imprese hanno bisogno di una guida, che le accompagni nel percorso di trasformazione digitale e che faciliti l’accesso ai finanziamenti. Un tema urgente, che riguarda tutte le aziende. Sarebbe un peccato disperdere risorse, abbondanti e preziose, a causa di intoppi burocratici.
Uno sguardo al futuro: cosa succederà
Intercettare le risorse del Pnrr è anche una sfida alla quale non è possibile arrivare impreparati. Occorre quindi sviluppare competenze tecniche, commerciali e manageriali necessarie per affrontarla. Dotarsene in così poco tempo è però complicato.
Un ausilio importante può arrivare da partner come Vodafone. Piccole e grandi imprese, così come le pubbliche amministrazioni, troveranno un supporto dedicato, per capire come far crescere il proprio business.
Vodafone attraverso i suoi specialisti, offre gratuitamente una panoramica tra le tematiche più ricercate e risponde ai dubbi più frequenti sull’accelerazione digitale: dai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro agli strumenti che l’innovazione tecnologica mette a disposizione di liberi professionisti, aziende e Pa.
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