Manuale di digital marketing per Pmi: errori da evitare e consigli
Sfruttare i dati per migliorare le proprie campagne non è un’opportunità solo per le grandi aziende. Ecco qual è il percorso giusto per migliorarsi
«Non si può fare digital marketing senza dati. È necessario un approccio analitico». Davide Grossi, Head of digital marketing di Vodafone Business, parte dai numeri per spalancare le opportunità a disposizione delle imprese, anche medie e piccole. Bando però all’improvvisazione. Per cavalcare l’accelerazione digitale in atto, non basta essere online: è necessario evitare errori, avere le idee chiare e sapersi distinguere in un ambiente sempre più affollato. Anche grazie all’aiuto di “guide” e consulenti esperti.
Gli errori da non fare
Avere informazioni dettagliate aiuta a capire cosa vogliono gli utenti, presenta risultati, spesso sovvertendo le prassi consolidate.
- Evitare i “secondo me”
«Uno degli errori peggiori che si può fare nel digital marketing è partire dal “secondo me”, cioè dalla convinzione di conoscere il mercato e il cliente», afferma Grossi. «Qualche anno fa poteva funzionare. Oggi, se non ci si basa sui dati si è miopi. E si rischia di prendere un abbaglio». - L’esperienza non basta
Il digital marketing data driven è passato da moda a trend, fino a diventare un approccio molto diffuso. Grossi nota «maggiore sensibilità» sul tema da parte delle aziende. Ma la strada da fare è ancora tanta: «Soprattutto nelle generazioni più mature, rimane forte l’idea che l’esperienza valga di più di un’analisi ben fatta. È vero, l’esperienza è importante, ma non prende in considerazione i nuovi clienti. Si guardi, ad esempio, ad alcuni epic fail (un grande fallimento, ndr), soprattutto sui social. Si fanno disastri perché non si analizzano i dati per capire di cosa e con chi si sta parlando».
Digital marketing per Pmi in tre passi
Il digital marketing non è più un campo battuto solo dalle grandi aziende. Se è vero che l’esattezza dell’analisi fa la differenza, è anche vero che si stanno diffondendo approcci e soluzioni capaci di spingere anche le Pmi.
Il digital marketing deve essere guidato dai dati: serve per capire chi sono, cosa vogliono e dove sono i clienti da raggiungere, qual è il proprio mercato e lo scenario competitivo
- Formazione
«Il punto di partenza deve essere la formazione, per farsi quantomeno un’idea di che canali e strumenti utilizzare», suggerisce l’Head of digital marketing di Vodafone Business. - Approccio scientifico
Il secondo punto riguarda quello che Grossi definisce «approccio scientifico». «Il digital marketing deve essere guidato dai dati: serve per capire chi sono, cosa vogliono e dove sono i clienti da raggiungere, qual è il proprio mercato e lo scenario competitivo». - Procedere per test e correzioni
Terzo punto: procedere per «test and learn», cioè per soluzioni che possono essere testate e all’occorrenza modificate imparando da pregi e difetti. «Il digital – afferma Grossi – ti permette di sbagliare e di migliorare. Si può partire con un budget minimo, vedere come va e correggere la rotta. Deve essere un continuo processo di ottimizzazione».
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