Ecco com’è cambiata la terra in 40 anni: il video impressionante con la nuova funzione Timelapse di Google Earth
24 milioni di immagini satellitari degli ultimi 37 anni incorporate in una nuova versione di Google Earth: un nuovo punto di vista cronologico rispetto al nostro pianeta. Le prove dei drastici mutamenti in atto, inclusi gli effetti del cambiamento climatico e del comportamento umano.
Una delle rappresentazioni per immagini più complete del nostro pianeta in evoluzione è ora disponibile al pubblico. Grazie alla stretta collaborazione tra Google Earth, Esa, Commissione Europea, Nasa e US Geological Survey, 24 milioni di immagini satellitari degli ultimi 37 anni sono state incorporate in una nuova versione di Google Earth, creando un nuovo punto di vista cronologico rispetto al nostro pianeta.
Nel più grande aggiornamento di Google Earth dal 2017, gli utenti possono ora scoprire il nostro pianeta in una dimensione completamente nuova: il tempo. Con una nuova funzionalità chiamata Timelapse di Google Earth, gli utenti possono assistere a quasi quattro decenni di cambiamenti in tutto il pianeta. L’aggiornamento mostrerà le prove evidenti dei drastici mutamenti in atto, inclusi gli effetti del cambiamento climatico e del comportamento umano.
I visitatori possono ora intraprendere un viaggio attraverso il e prove evidenti dei drastici mutamenti in atto, inclusi gli effetti del cambiamento climatico e del comportamento umano, esplorando le forme mutevoli delle coste, seguendo la crescita delle megalopoli, monitorando la deforestazione e molto altro ancora.
Per ogni argomento, Google Earth vi condurrà in un tour guidato per comprendere meglio i cambiamenti del pianeta e come le persone vi si relazionano. Rebecca Moore, Direttrice di Google Earth, ha dichiarato: «Questo aggiornamento è stato reso possibile grazie ai dati open forniti dal programma Copernicus dell’Unione Europea e dai suoi satelliti Sentinel, nonché dalla Nasa e dal programma Landsat dell’US Geological Survey. La missione di imaging ad alta risoluzione, Copernicus Sentinel-2, è stata parte integrante dello sviluppo della nuova funzione Timelapse di Google Earth e dell’esclusiva visione globale che stiamo offrendo agli utenti di tutto il mondo».
Maurice Borgeaud, Capo del Dipartimento Scienza, Applicazioni e Clima dei Programmi di Osservazione della Terra dell’ESA, ha commentato: «L’uso dei dati dei satelliti Sentinel del programma Copernicus consente a milioni di persone di esplorare i cambiamenti sulla Terra. Ma ciò che la flotta operativa di satelliti europei ci consente di fare va ben oltre! Stiamo analizzando tutti gli aspetti dei cambiamenti sul nostro pianeta, che si tratti di eventi naturali o causati dall’uomo, e il loro impatto sul clima».
I Sentinel sono una flotta di satelliti dedicati di proprietà dell’UE, appositamente progettati per fornire quella ricchezza di dati e immagini che risulta fondamentale per il programma ambientale Copernicus dell’Unione Europea. La missione di imaging ad alta risoluzione, Copernicus Sentinel-2, utilizzata principalmente per il monitoraggio del territorio, è stata la chiave per migliorare Timelapse e la sua funzionalità. Copernicus Sentinel-2 è una missione in orbita polare basata su una costellazione di due satelliti identici nella stessa orbita, a 180° l’uno dall’altro per avere una copertura e una trasmissione dei dati ottimali. La combinazione di alta risoluzione, nuove capacità spettrali, un’ampiezza dell’andana di 290 km e frequenti tempi di revisione mettono a disposizione immagini della Terra mai ottenute prima, ogni cinque giorni a una risoluzione spaziale di 10 m.
Questa nuova funzionalità Timelapse ha richiesto una notevole quantità di tempo e ha comportato il «pixel chrunching» in Earth Engine, la piattaforma di Google per l’analisi geospaziale. Per aggiungere le immagini animate Timelapse a Google Earth, sono state messe insieme più di 20 milioni di immagini satellitari dal 1984 al 2020. In totale, il lavoro ha richiesto oltre 2 milioni di ore di elaborazione su migliaia di elaboratori Google Cloud per assemblare 20 petabyte di immagini satellitari in un unico mosaico video di 4,4 terapixel.
Tratto dal Corriere della Sera, 15.04.2021; www.corriere.it