Connettività e networking: le principali tecnologie
Dalle recenti reti 5G alle tecnologie di tipo Software Defined Networking ed NFV, fino ai ponti radio: una panoramica dello stato dell’arte delle soluzioni di connettività, fra virtualizzazioni e innovazioni infrastrutturali.
La gestione delle diverse tecnologie di connettività pone delle sfide sempre più complesse alle aziende e alle organizzazioni, pubbliche o private, che hanno necessità di networking di livello avanzato. Sfide, ma anche opportunità relative all’ottimizzazione dei costi, delle infrastrutture, dei processi aziendali e dei servizi utilizzati e forniti. Vediamo dunque una panoramica delle principali architetture tecnologiche legate alla connettività e alle diverse modalità di trasmissione dei dati.
1) Software defined networking
Basandosi su hardware fisico, le reti tradizionali fanno sempre più fatica a soddisfare le esigenze funzionali (e di business) delle aziende, rispetto alla nuova generazione di soluzioni esterne denominata Infrastructure as a service (Iaas). Il Software Defined Networking (SDN) è proprio un approccio all’architettura di rete che permette una gestione intelligente e un controllo centralizzato delle singole componenti di tipo hardware attraverso soluzioni di tipo software. Siamo dunque nel mondo del cloud computing. L’intento è quello di facilitare l’amministrazione, la configurazione e il controllo delle reti stesse.
A differenza delle convenzionali infrastrutture, i servizi cloud garantiscono flessibilità e danno accesso a risorse informatiche virtualizzate che introducono notevoli vantaggi in termini di scalabilità e di riduzione dei costi di gestione, oltre che alla semplificazione delle fasi di aggiornamento. Il tutto tramite software, senza che ci sia bisogno di accedere manualmente agli elementi fisici della rete. Grazie alla virtualizzazione e al controllo via software dell’instradamento dei pacchetti dati lungo la rete, questa tecnologia supporta quindi le esigenze delle aziende aumentando le prestazioni delle reti. Maggiore flessibilità e scalabilità, ma anche programmabilità e capacità di servire utenti differenti (la cosiddetta multitenancy). SDN vuol dire architetture di rete intelligenti, efficienti e dinamiche, grazie alle possibilità di monitoraggio delle risorse in tempo reale.
Alla semplicità di gestione, si aggiungono anche la riduzione dei costi di manutenzione ed amministrazione della rete, la diminuzione delle spese operative e la maggior indipendenza dai vendor per la scelta relativa all’hardware. Infine, l’SDN apre definitivamente la via dell’automazione, con strumenti che consentiranno sempre più ai team IT di migliorare l’efficienza operativa e le capacità di gestione del personale.
2) Network function virtualization
Le Network function virtualization (NFV) sono tecnologie di rete basate su un codice software capace di svolgere le funzioni tipiche di una applicazione di rete (come ad esempio router o SD-WAN). Si tratta dunque di soluzioni virtualizzate, impiegate specificamente nel settore delle telecomunicazioni, dedicate al funzionamento di software di diversa tipologia all’interno di dispositivi di Customer Premises Equipment (CPE).
Nel dinamico mondo cloud, attualmente si parla di Universal CPE, ossia di server generici che integrano al loro interno funzionalità di storage, computazionali e di networking, abilitando i servizi di rete per i clienti finali. In ambito telco, dunque, queste architetture consentono la disaggregazione delle componenti software (appunto le NFV) da quelle hardware, con notevoli vantaggi per quanto riguarda l’innovazione della rete, i cicli di aggiornamento e in generale l’indipendenza da un unico produttore.
In ottica multi-vendor, una Universal CPE può includere NFV di fornitori diversi, anche open source, contribuendo alla riduzione dei costi e al consolidamento delle applicazioni. Inoltre, una configurazione con software che funzionano all’interno di una piattaforma hardware generica, consente ampi margini di personalizzazione a seconda delle specifiche esigenze ed elevata flessibilità. Le applicazioni possono essere installate da remoto, senza la presenza diretta di tecnici specializzati, e l’impiego di protocolli differenti porta a una maggior varietà nell’offerta delle soluzioni di connettività.
Rispetto al Softaware Defined Networking (SDN), la tecnologia NFV è più recente e ne ha tratto l’impostazione software-defined, grazie alla virtualizzazione che elimina le rituali necessità di installazione e configurazione attraverso interventi diretti sull’hardware. Una differenza fondamentale fra le due architetture, è l’orientamento alle telecomunicazioni e ai servizi di business della NFV, mentre l’SDN era stato pensato per portare flessibilità, sicurezza ed affidabilità di rete all’interno di singole organizzazioni.
3) 5G
Il 5G è destinato ad alzare il livello generale della connettività e delle esperienze di connessione offerte dalle reti, quando le precedenti generazioni di tecnologia mobile (ad esempio il 4G LTE) erano incentrate più esclusivamente sulla garanzia di connettività. Anche in questo caso, parliamo di reti virtualizzate che sfruttano servizi software e cloud computing, e anche in questo caso le funzionalità di networking non vengono gestite tramite hardware. Si tratta di reti agili, flessibili, in grado di favorire la mobilità assicurando sempre ed ovunque l’accesso degli utenti alla connessione, come ad esempio nel passaggio automatico da un collegamento wireless esterno ad una rete wi-fi interna ad un edificio.
Per lo stesso motivo, il 5G ha creato grandi aspettative per la risoluzione dell’annoso problema del digital divide nelle zone geografiche isolate e per la capacità di soddisfare la crescente domanda di connettività nelle zone urbane. La convergenza di diverse tecnologie wireless porterà infatti ad un aumento della larghezza di banda a disposizione degli utenti. La capacità di garantire una maggior copertura, assieme a una connessione di rete più stabile e alla velocità di trasferimento dei dati, offrirà alle aziende nuove opportunità di business e di creazione del valore.
I primi settori in cui sta emergendo l’innovazione portata dalle reti 5G sono, ad esempio, quello sanitario, in cui questa tecnologia favorisce il monitoraggio in real time dei pazienti, e l’automotive, con applicazioni legate al controllo remoto di droni e infrastrutture, ai veicoli a guida automatica e alla condivisione di informazioni relative al traffico.
4) Ponti radio
Dove le principali tecnologie di rete non arrivano, come zone soggette a digital divide, una possibile soluzione è quella del ponte radio.
Per ponte radio si intende una connessione wireless a radiofrequenza o microonde tra punti normalmente fissi.
Ma come funziona? La stazione emittente indirizza un fascio di onde radio in linea retta verso la stazione ricevente, creando così una specie di “ponte” al fine di trasmettere a distanze altrimenti non raggiungibili informazioni audio, video o dati opportunamente modulate, sotto forma di una radiocomunicazione.
Un ponte radio tipicamente può essere:
- terrestre se si appoggia ad infrastrutture poste sulla superficie terrestre;
- aereo se si appoggia provvisoriamente ad un velivolo in volo in quota;
- satellitare se si appoggia sui satelliti artificiali in orbita e le relative telecomunicazioni satellitari.
I ponti radio rappresentano spesso le strutture portanti della rete di trasporto wireless a supporto della radiodiffusione e telediffusione, oltre che il “backhauling” del sistema cellulare, cioè il collegamento tra le antenne e il resto della rete dell’operatore.
Grazie a questa soluzione Vodafone è in grado di mettere a disposizione del cliente un circuito dedicato con caratteristiche di servizio tali da poter rappresentare una valida alternativa agli accessi in fibra ottica, sia in termini di affidabilità che di performance. Le velocità di accesso, infatti, possono raggiungere anche valori di 100Mbps bidirezionali, con la capacità di trasportare non solo dati intranet o internet, ma anche chiamate voce.
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