Come e perché la connettività ti migliora la vita
Internet ha portato cambiamenti radicali nel modo di produrre, di lavorare e nella vita quotidiana. Con la pandemia, l’accelerazione è stata ancora più palpabile, mettendo gran parte della popolazione faccia a faccia con la rivoluzione digitale. Una rivoluzione che, a volte, può essere concentrata meglio in poche frasi che nelle statistiche. Eccone cinque.
L’affermazione del grande fisico britannico non è lontana dalla realtà. Certo, non siamo proprio tutti connessi, perché a causa del digital divide in alcune zone del globo la rete è inaccessibile e in altre l’accesso è difficile. Ma siamo in tanti. E saremo sempre di più. Secondo il Global Digital Report We Are Social e Hootsuite, Internet contava 4,39 miliardi di utenti nel 2019, con un aumento di 366 milioni (9%) rispetto a gennaio 2018.
Il numero di utenti in tutto il mondo è cresciuto di oltre 1,9 miliardi dal 2014, con un incremento di oltre il 75% in soli cinque anni. Ogni giorno si aggiunge alla navigazione sul web un milione di persone. E intanto aumentano anche gli oggetti connessi alla rete: secondo l’Osservatorio Internet of things School of management Politecnico di Milano, il mercato italiano IoT nel 2019 ha raggiunto un valore di 6,2 miliardi di euro, +24% rispetto al 2018. E più aumentano le connessioni, di umani e cose, più aumenta la loro capacità di elaborazione. Come i neuroni in un cervello umano.
“Siamo passati da essere i Flintstones a essere i Jetsons in nove mesi”
Dan Schulman
Il presidente e ceo di PayPal spiega con i cartoon di Hanna-Barbera la velocità con cui procede la trasformazione digitale. Dalla preistoria allo spazio. La pandemia ha impresso un’accelerazione a un’andatura già sostenuta.
In effetti, complice la spinta impressa dalla pandemia, in tutto il mondo abbiamo assistito a un’accelerazione straordinaria per quanto riguarda la digitalizzazione nell’economia, nel lavoro, nell’impresa. E l’Italia non fa eccezione: nel giro di pochi mesi, molte aziende, anche di piccole dimensioni, hanno modificato il modo di lavorare e iniziato a vendere online. Smart working, videoconferenze, piattaforme di condivisione sono diventate la norma.
Tutto questo grazie a connessioni sempre più sicure e a servizi che ne tutelano la stabilità: ad esempio, Vodafone Sempre Serviti garantisce continuità in caso di guasti sulla linea fissa, con un intervento tempestivo e grazie a un call center attivo 24 ore su 24. E Backup 4g riduce la possibilità di incorrere in incidenti tali da bloccare l’attività. In base a uno studio di Ibm, nei prossimi due anni la trasformazione digitale sarà una priorità per il 50% dei top manager, il cloud registrerà una crescita del 21% e l’intelligenza artificiale del 17%. I Jetson sono destinati a essere superati.
“Il web ci ha insegnato il potere dell’effetto di rete: quando connettete le persone e le idee, crescono”
Chris Anderson
Il giornalista statunitense Chris Anderson, direttore di Wired dal 2001 al 2012, mette in luce le potenzialità della rete per lo sviluppo di nuove idee. Basti pensare alle numerose startup nate proprio grazie al web e alle possibilità di lavoro a distanza che la rete offre. Solo in Italia, nell’ultimo anno sono nate circa 1.300 startup e Pmi innovative, il 10,4% in più rispetto al 2019 (dati ministero dello Sviluppo economico).
Si tratta di realtà per loro natura orientate a soluzioni digitali, flessibili e pronte ad accogliere i cambiamenti. Inoltre, le risorse umane di queste aziende hanno avanzate skill nel settore digitale. Ma le possibilità offerte dal web non si limitano all’ambito del lavoro: la rete ha permesso in questi anni la diffusione di idee e il coinvolgimento delle persone a livello globale. Un esempio su tutti la mobilitazione per l’ambiente “Fridays For Future” promossa da Greta Thunberg, che si è propagata in modo capillare tra giovani e giovanissimi: senza la rete, e un accesso diffuso al web, non sarebbe mai potuto accadere.
“È un dialogo, non un monologo. I social media sono più simili al telefono che alla televisione”
Amy Jo Martin
La parola d’ordine del web è interattività. Le persone non sono più disposte a rivestire un ruolo passivo di mera fruizione, sia per quanto riguarda l’informazione, sia nella relazione con le aziende. Facebook ne è un esempio lampante: il social network più famoso del mondo conta 2,6 miliardi di utenti mensili attivi. I social sono il luogo d’interazione per eccellenza, dove le persone creano contenuti, li commentano, li condividono, ma anche dove entrano in contatto con aziende e brand.
La personalizzazione di Internet di cui parla il fondatore di Facebook, però, non si limita ai social: ogni esperienza sul web è costruita sempre più sulla base delle esigenze e i dei bisogni del singolo utente, in modo che ciascuno possa trovare esattamente quello che cerca.
“Siamo ancora nei primi minuti del primo giorno della rivoluzione di Internet”
Scott Cook
Cook, co-fondatore di Intuit e direttore di eBay e Procter & Gamble, apre, in poche parole, una prospettiva potenzialmente infinita. Anche se la tecnologia ha fatto passi enormi, non siamo certamente arrivati al massimo delle sue potenzialità. Al contrario: ci troviamo ancora agli inizi. Cosa sono pochi minuti all’interno di 24 ore? Tra i principali ambiti di sviluppo c’è sicuramente l’Internet delle cose, che grazie al perfezionamento di reti, intelligenza artificiale e machine learning raggiungerà livelli sempre più sofisticati.
A patto di avere una connettività ancora più performante. Oggi esistono soluzioni che aumentano la velocità di connessione, come Power4G, il servizio di Vodafone Business che unisce alla connettività della rete fissa quella della rete mobile in 4G, e tecnologie di connessione tramite Wi-Fi ad elevati standard, come il servizio Vodafone Managed Wi-Fi, con prodotti basati sulla tecnologia Cisco Meraki. Siamo ai primissimi passi del 5G, ma già si parla del 6G, che dovrebbe avere come tratto distintivo proprio la capacità di moltiplicare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per offrire servizi che, oggi, possiamo solo immaginare.
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