Breve guida al cloud: domande e risposte sulla nuvola
Il cloud è sempre più diffuso: è uno dei grandi acceleratori digitali. Ogni giorno, viene usato da aziende e famiglie per gestire servizi e archiviare immagini, dati, informazioni. Eppure, resta una tecnologia ancora poco conosciuta al grande pubblico. A cosa serve? Quali vantaggi offre e in quali categorie è disponibile? Ecco le risposte ai dubbi più frequenti
A cosa serve il cloud?
Il cloud è uno spazio di elaborazione e archiviazione virtuale al quale si può accedere in ogni momento e da ogni luogo tramite una connessione a Internet. Serve a salvare i propri file in un unico posto, senza avere più bisogno di utilizzare supporti di archiviazione fisici come hard disk esterni o penne Usb. E permette di avere a disposizione servizi da remoto, senza costruire una propria architettura ma accedendo a una esistente e distribuita.
Ciò comporta un vantaggio significativo in termini di praticità, rapidità, efficienza, potenza di elaborazione e rapidità di espansione. Oltre a questo, il cloud permette anche di fare delle copie di backup e di condividere i propri file. Quasi tutti noi lo facciamo, talvolta senza saperlo: un esempio molto semplice è la casella di posta elettronica o il backup delle nostre foto. In questi casi, entro certi limiti, il cloud è gratuito.
Cosa significa cloud in italiano?
Il termine cloud è stato coniato verso la fine degli anni ’90 negli Stati Uniti.
Cloud in italiano significa nuvola. Questa parola è stata scelta per indicare una massa di singole unità, apparentemente impalpabile e appartenente a una dimensione lontana. Il termine cloud è stato coniato verso la fine degli anni ’90 negli Stati Uniti, nel periodo in cui la rete iniziava ad ampliarsi.
Quali sono le principali categorie del cloud?
I cloud si possono distinguere in base alla loro modalità di distribuzione. Ci sono quindi cloud:
- pubblici: sono gestiti attraverso infrastrutture hardware di proprietà di un provider di servizi cloud che offre risorse, come server e servizi di archiviazione tramite Internet, distribuite;
- privati: le risorse di cloud computing sono usate esclusivamente da una singola azienda o organizzazione, in modo “isolato” e riservato;
- ibridi: sistemi flessibili che combinano elementi dei cloud pubblici e privati, consigliati per le aziende che hanno bisogno di diverse opzioni di distribuzione.
Cosa vuol dire lavorare in cloud?
Lavorare in cloud significa sfruttare i servizi di archiviazione virtuale per rendere più efficiente la propria attività. Inoltre, permette un rapido e facile accesso ai documenti, una maggiore flessibilità e una più efficiente adattabilità all’evoluzione del proprio business.
Lavorare in cloud permette un facile accesso ai documenti, maggiore flessibilità e adattabilità
Infine, lavorare in cloud consente di custodire i dati senza il timore di perderli per un guasto o un danneggiamento: si può uscire di casa senza portare con sé materiali stampati o supporti come chiavette USB: ovunque ci si trovi, basterà una connessione Internet per ritrovare e utilizzare tutti i materiali necessari, permettendo così di lavorare in sincrono sugli stessi file, anche a distanza e in diversi momenti.
Quali sono i servizi di cloud computing?
Esistono diverse piattaforme di archiviazione online che offrono servizi di cloud computing, che permettono cioè di salvare i dati su Internet e recuperarli in qualsiasi momento, da qualsiasi dispositivo. Ad esempio, Your Cloud di Vodafone dà la possibilità di accedere istantaneamente al server virtuale tramite le credenziali assegnate. È un ambiente cloud configurabile secondo le proprie esigenze: è possibile scegliere la versione del sistema operativo, Windows o Linux, la “taglia” delle risorse necessarie, la quantità di vCPU, vRAM e storage su disco. Trattandosi di un ambiente virtuale, gode di maggiore flessibilità, dando la possibilità di integrare le risorse quando necessario.
Un’altra soluzione è Your Backup. Aiuta le imprese a gestire tutti i propri dati in cloud attraverso una piattaforma migliora la collaborazione in modo semplice e sicuro. Oltre alla gestione dei dati, offre un servizio di backup per la loro protezione.
In quale settore è maggiormente attivo il cloud computing?
Il volume d’affari del cloud è aumentato del 18% nel 2019 rispetto all’anno precedente
Fonte: Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano
Nell’ultimo decennio il cloud ha visto un’ampia diffusione anche in Italia, dopo un ritardo iniziale. Secondo i dati dell’Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano, nel 2019 il mercato cloud italiano ha prodotto un volume d’affari di 2,77 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al 2018. Il primo settore per rilevanza è il manifatturiero (25% del mercato del cloud pubblico e ibrido). Seguono il settore bancario (20%) e, al terzo posto, telecomunicazioni e media (15%).
Cosa vuol dire SaaS?
Saas vuol dire Software as a Service. Si tratta di un servizio cloud che permette di accedere ad applicazioni software tramite Internet. In pratica, è come un servizio a noleggio, più che in abbonamento. Gli altri due modelli di servizi cloud sono Iaas (Infrastructure as a Service), il più diffuso, basato su macchine virtuali con uno spazio su server, che permette in sostanza di “affittare” l’infrastruttura IT, e Paas (Platform as a Service), che fornisce agli sviluppatori una piattaforma per costruire applicazioni e servizi su Internet, ai quali gli utenti finali accedono semplicemente tramite il proprio browser. Consente quindi di utilizzare un applicativo, concesso in licenza sotto forma di abbonamento, senza doversi preoccupare di gestire l’infrastruttura sottostante che rimane in carico al provider. L’utente finale si limiterà ad utilizzare solo il software utile ad elaborare i propri dati, anch’essi in cloud. Iaas e Paas differiscono anche per gestioni e distribuzione di responsabilità tra provider e utente. Si passa da un livello minimo di gestione per il servizio PaaS, a uno maggiore per il servizio IaaS.
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