B20, il 60% del Pil mondiale sarà trainato dal digitale entro il 2022
La task force Digital transformation guidata da Ibarra ha predisposto una library di casi d’uso dei servizi innovativi. La percentuale di laureati Stem farà la differenza nello sviluppo economico: entro il 2024 l’ambizione è raggiungere il 30%
La trasformazione digitale sta diventando sempre più un motore globale di crescita economica sostenibile, con il 60% del Pil mondiale che sarà trainato dal digitale entro il 2022. La tecnologia rappresenta anche una leva fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, in grado di contribuire a una riduzione fino al 15% della produzione globale di CO2 entro il 2030. Si tratta, inoltre, di un potente fattore di inclusione sociale e di resilienza. Su questi presupposti di è articolato il B20-G20 Dialogue on digital transformation, in vista delle riunioni ministeriali del G20 su Innovazione e ricerca che si terranno a Trieste il 5 e 6 agosto.
L’incontro ha visto l’intervento del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao e di: Emma Marcegaglia, Chair B20; Maximo Ibarra, Chair Task Force Digital Transformation B20; Borje Ekholm, Ceo Ericsson; Klaus Rosenfeld, Ceo Schaeffler Group; Diane Wang, fondatrice e presidente DHGate.com; Dan Bryant, Senior vice president Walmart; Hans-Paul Bürkner, Global Chair Boston consulting group; Rob Shuter, Ceo Enterprise BT; Giuseppina Di Foggia, Amministratore delegato e vice presidente Nokia Italia.
Le competenze digitali sono e saranno essenziali per raggiungere nuovi livelli di produttività globale nei prossimi anni. Il B20 ha selezionato come Kpi leader la percentuale di laureati Stem su laureati totali del G20. Nel 2018 i laureati Stem rappresentavano il 24% del totale dei laureati; quindi, entro il 2024 l’ambizione è raggiungere il 30%. Rappresentando il 75% del commercio totale e l’85% del Pil globale, il G20 deve assumere un ruolo guida nella ridefinizione del futuro.
Il B20 Italia ha anche predisposto una digital library di casi d’uso a livello mondiale per i servizi digitali, al fine di creare le basi per una piattaforma globale e accessibile per promuovere la trasformazione digitale, tra istituzioni internazionali e comunità aziendali.
Marcegaglia: “Trasformazione digitale contro il digital gap”
“La trasformazione digitale è fondamentale per accelerare la ripresa economica – ha dichiarato Emma Marcegaglia, Chair B20 2021 – ma lo è altrettanto per garantire l’inclusione, come recita il motto del B20: Includere, Condividere, Agire per Ridisegnare il Futuro. L’ancora ampio divario digitale indica che vanno compiuti sforzi ulteriori per garantire a tutti l’accesso alle tecnologie digitali, consentendo alla più ampia parte della popolazione di condividerne i vantaggi. Il G20 deve quindi favorire approcci normativi comuni, piani concreti per la diffusione della banda larga, ed investimenti per le competenze digitali”.
Ibarra: “B20 al lavoro per aumentare l’accesso alla rete”
Maximo Ibarra, Chair della Task Force digital transformation del B20, ha affermato: “Dall’inizio della pandemia l’innovazione digitale ha garantito il mantenimento di una dimensione sociale e dei livelli produttivi in diversi settori. Da idea futuribile si è trasformata in elemento concreto per la vita quotidiana. Nonostante questo, sono diversi i gap che l’innovazione digitale deve superare per compiere la sua missione e come task force del B20 stiamo elaborando soluzioni per ridurre le lacune infrastrutturali in termini di capacità di connessione e possibilità di accesso alla rete e ai servizi, in un’ottica di collaborazione pubblico-privato, di tutela della sicurezza dei dati e di promozione degli investimenti in tecnologie sempre più innovative”.
Colao: “Fiducia e cooperazione tra le sfide del mondo digitale”
“Il nuovo ‘mondo digitale’ che stiamo costruendo insieme porta con sé quattro grandi sfide chiave che siamo chiamati ad affrontare”, ha dichiarato il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao. “La prima è infrastrutturale e ci impegna a migliorare la portata della rete e la qualità della connessione. La seconda riguarda la fiducia e ci esorta a promuovere condizioni paritarie per gli operatori di mercato, rafforzando allo stesso tempo l’equità e la trasparenza per i consumatori. C’è poi una sfida di cooperazione, perché è essenziale trovare il giusto equilibrio tra intervento pubblico e scelte private, al fine di favorire l’innovazione di lungo periodo e la crescita economica. L’ultima, ma non per importanza, è una sfida di conoscenza e competenze, per costruire una forza lavoro predisposta al digitale. Sono lieto che le priorità evidenziate dal governo italiano siano in linea con quelle individuate dal B20”.
Ekholm: “Semplificare le regole per consentire gli investimenti”
“L’impatto del Covid-19 ha generato un’opportunità irripetibile per accelerare il processo di digitalizzazione delle nostre società e sfruttare i benefici della connettività a livello sociale ed economico. Se riusciremo a farlo in maniera uniforme, potremo colmare il divario digitale tra i Paesi, tra le aree urbane e quelle rurali, soddisfare le esigenze di tutti e dare alle persone nuove opportunità che possono stimolare una ripresa green guidata dal digitale”, ha dichiarato Börje Ekholm, Presidente e Ceo di Ericsson, nel suo intervento su “La connettività come elemento chiave per le priorità del G20 rispetto a: persone, pianeta, prosperità”.
La diffusione di tecnologie è fondamentali per garantire l’accesso a occupazione, sanità e istruzione anche nelle zone più remote, ha sottolineato Ekholm aggiungendo che “la correlazione tra la penetrazione della banda larga e la crescita del Pil dei Paesi oggi è un elemento indiscutibile”.
La raccomandazione di Ekholm è di “accelerare la realizzazione di infrastrutture digitali moderne in grado di durare nel tempo”; tra queste “le infrastrutture di rete e la connettività rappresentano una componente fondamentale”.
L’Europa, ha proseguito il numero uno di Ericsson, “sta pagando un ritardo rispetto a chi, nel resto del mondo, guida il processo di digitalizzazione e la diffusione del 5G. Per questo quello che consigliamo fortemente a leader politici e decisori è di porre il tema dell’accesso alla connettività al centro dei propri sforzi economici. Come sottolineato dal ministro Colao, questo implica grandi investimenti nelle infrastrutture digitali. Occorre semplificare i regolamenti, le policy sugli spettri ma anche modificare le dinamiche della concorrenza. Ciò comporta un ripensamento delle proprie politiche che riguardano misure fiscali, prezzi dello spettro, tecnologie e modelli di business mirati a connettere quella parte di popolazione mondiale che ancora non gode di copertura”.
Secondo le stime dell’International elecommunication union (Itu), nei prossimi 10 anni saranno necessari ulteriori 428 miliardi di dollari per portare connettività di qualità alla popolazione attualmente non connessa. Secondo i dati del Gsma Mobile Economy Report di luglio 2021, attualmente il 5G copre l’80% o più della popolazione di Hong Kong, Kuwait, Qatar, Corea del Sud e Usa, mentre a livello globale si attesta al 15%. Come riportato nell’Ericsson Mobility Report di giugno 2021, si prevede che entro il 2026 in Nord America l’84% degli abbonamenti mobile sarà 5G, mentre nell’Africa Sub Sahariana solamente il 7% degli abbonamenti mobile sarà 5G.
Tratto da www.corrierecomunicazioni.it, pubblicato il 28 luglio 2021, di Patrizia Licata