Auto elettrica, caldaie green, idrogeno: come azzerare le emissioni entro il 2050 (in 400 tappe)
Stop delle vendite di auto con motore a combustione interna entro il 2035 e agli investimenti in giacimenti di gas e petrolio già da quest’anno. Sono alcune delle 400 tappe indicate dall’International Energy Agency nel rapporto Net Zero
La tabella di marcia
La finestra per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050 si sta restringendo. Il numero di Paesi che si sono impegnati a raggiungere lo zero netto è aumentato ma, anche nel caso in cui riescano a raggiungere pienamente i loro obiettivi, ci saranno ancora 22 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in tutto il mondo nel 2050, che porterebbero a un aumento della temperatura di circa 2,1 °C entro il 2100. Per contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi °C bisogna smettere da subito di investire nei combustibili fossili.
A dirlo è il nuovo rapporto dell’International Energy Agency (Iea) «Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector» che fissa 400 tappe per raggiungere lo zero netto. Oltre a tagliare drasticamente il consumo di petrolio e gas, dal 2035 dovranno essere vietate le vendite di nuove automobili con motori a combustione interna. Nel 2040 la produzione globale di energia elettrica dovrà essere già a emissioni zero, grazie alle rinnovabili. E bisognerà azzerare le emissioni degli edifici, a partire dalle caldaie.
Inoltre servono investimenti massicci nelle tecnologie a basse emissioni di CO2. Entro il 2030 si dovrà passare dagli attuali 2 miliardi l’anno a circa 5 miliardi di dollari. Ma vediamo in dettaglio alcuni delle tappe della roadmap Iea.
Stop a gas, carbone e petrolio
Lo stop agli investimenti in carbone, petrolio e gas deve avvenire nel 2021, dice l’Agenzia internazionale per l’energia. A parte i progetti già in cantiere, non c’è spazio per nuove miniere di carbone o estensioni di miniere, né tantomeno per nuovi giacimenti di petrolio o gas.
Secondo l’Iea la domanda di petrolio non tornerà mai al picco del 2019 e diminuirà quasi del 75% dal 2020 al 2050. Questo significa che gli investimenti nei giacimenti di petrolio esistenti sono sufficienti per soddisfare la domanda. Lo stesso vale per il gas naturale, anche se la sua domanda continuerà ad aumentare fino al 2030.
Le centrali a carbone meno efficienti dovranno essere eliminate entro il 2030 e quelle rimaste nel 2040 dovrebbero essere dotate di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2.
Auto: addio a diesel e benzina entro il 2035. Ricariche pubbliche per auto elettriche
Una delle 400 tappe per raggiungere la neutralità a livello globale nel 2050 è lo stop alla vendita di auto con motore diesel o benzina entro il 2035. Il percorso per decarbonizzare il trasporto pesante invece sarà più lungo e complesso. Per i camion le celle a combustibile basate sull’idrogeno potranno avere un ruolo chiave.
Entro il 2040 l’elettricità dovrebbe diventare dominante. Secondo la roadmap dell’Iea rappresenterà quasi il 45% dei consumi di energia nel settore dei trasporti, seguita dai combustibili a base di idrogeno (28%) e dai biocarburanti (16%). Dopo il 2030 i biocarburanti saranno sempre più utilizzati per l’aviazione e la navigazione, settori particolarmente difficili da decarbonizzare.
Il numero di punti di ricarica pubblici per i veicoli elettrici dovrebbe aumentare da circa un milione di oggi a 40 milioni nel 2030, richiedendo un investimento annuo di quasi 90 miliardi di dollari nel 2030.
Elettricità dalle rinnovabili
L’Iea fissa al 2030 il termine ultimo per la produzione di elettricità da carbone per i Paesi più ricchi. Gli altri Stati raggiungeranno lo stesso obiettivo entro il 2040. La roadmap prevede che la quota di energia elettrica generata dalle rinnovabili raddoppi dal 29% al 61% entro il 2030 e raggiunga l’88% entro il 2050.
Entro il 2050 quasi il 90% della produzione di elettricità dovrà provenire da fonti rinnovabili, con l’eolico e il solare fotovoltaico che insieme rappresenteranno quasi il 70%. Nel 2030 le installazioni annuali di impianti fotovoltaici dovranno raggiungere i 630 GW, mentre l’eolico dovrà arrivare a 390 GW l’anno.
62% di idrogeno verde entro il 2050
Secondo il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia un altro dei pilastri della decarbonizzazione è l’idrogeno verde. Entro il 2030 dovranno essere prodotti 149 milioni di tonnellate di idrogeno «a basso tenore di carbonio» l’anno, mentre entro il 2050 si dovrà arrivare a 520 milioni di tonnellate l’anno, partendo dalle 9 milioni di tonnellate del 2020. Entro la fine del decennio più della metà di tutta la produzione dovrà essere verde. Entro il 2050 l’idrogeno verde dovrà arrivare al 62%. Questo significa che la capacità produttiva degli elettrolizzatori installati dovrà raggiungere gli 850 GW entro il 2030 e i 3.585 GW entro il 2050.
Stop alle caldaie a gas dal 2025
Dal 2025 le caldaie a gas non dovrebbero essere più vendute, dice l’Iea. È necessario che i governi fissino quanto prima nuovi standard energetici per gli edifici, che prevedano l’eliminazione dei combustibili fossili. Le decisioni, spiega l’International Energy Agency, saranno più efficaci se si concentreranno sulla decarbonizzazione dell’intera catena del valore, tenendo conto non solo degli edifici, ma anche delle reti energetiche e infrastrutturali che li riforniscono. Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica è necessario che gli edifici a zero emissioni di CO2 diventino la norma in tutto il mondo prima del 2030, sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni.
Nuovi posti di lavoro
La transizione energetica al 2030, con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni di gas serra al 2050, potrà creare fino a 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo: 14 milioni attraverso nuove attività e investimenti nelle fonti di energia pulita e ingegneria, e altri 16 milioni in settori come l’industria manifatturiera (dagli elettrodomestici alle vetture e alle batterie elettriche) o l’efficientamento energetico degli edifici. La transizione contribuirà anche a far crescere l’economia. Secondo un’analisi, che l’International Energy Agency ha realizzato con il Fondo monetario internazionale, l’investimento energetico totale annuo salirà a 5mila miliardi di dollari entro il 2030, facendo crescere il Pil globale di 0,4 punti percentuali all’anno.
Tratto dal Corriere della Sera, 19 maggio 2021 di Valentina Iorio